Tre piccole ombre sulla spiaggia di Alì Terme: l’omaggio di Mana Chuma Teatro a Stefano D’Arrigo

Anteprima nazionale della compagnia calabrese mercoledì 30 aprile a San Cesario di Lecce nella rassegna “Teatri a Sud”.

Approda in anteprima nazionale nel Salento mercoledì 30 aprile, negli spazi della Distilleria De Giorgi a San Cesario di Lecce, per la rassegna “Teatri a Sud” ideata e promossa da Astràgali Teatro con il Centro Italiano dell’International Theatre Institute, sostenuta dal Ministero della Cultura e dalla Regione Puglia in collaborazione della locale amministrazione comunale, il reading Tre piccole ombre, di Massimo Barilla con Salvatore Arena e Massimo Barilla, regia di Salvatore Arena e Massimo Barilla, musiche originali Luigi Polimeni, produzione Mana Chuma Teatro.

Omaggio a Stefano D’Arrigo nel cinquantesimo anniversario della pubblicazione di Horcynus Orca, Tre piccole ombre muove dal testo omonimo di Massimo Barilla pubblicato nella raccolta Dentro, più dentro, dove il mare è mare (Historica Edizioni, 2021), conducendo chi guarda in una notte senza tempo, sulla spiaggia di Alì Terme, negli anni 20. L’ultima lunga notte d’infanzia di Stefano D’Arrigo prima dell’addio definitivo alla terra natale, in compagnia dei due amici di sempre, ostinati a respirare con lui l’ultima aria di mare. Un’ultima notte d’infanzia che per i tre uomini diviene occasione per un confronto con il mare, la terra, il proprio destino, intrecciando ricordi, silenzi e sogni.

«Questo lavoro», dicono in coro Barilla e Arena, «suggella ancora una volta la fortissima relazione artistica e poetica con la scrittura e l’opera di D’Arrigo iniziata oltre due decenni fa con Terribìlio di Mare, evento unico, danza poetica tra terra e mare, realizzato sulle spiagge dello Stretto a Capo Peloro e a Reggio Calabria, progetto teatrale fortemente evocativo a partire dal quale l’opera di D’Arrigo è diventato un punto di riferimento costante per la ricerca drammaturgica e visiva della compagnia».
Da quel primo, intenso incontro scenico diretto da Maria Maglietta e scritto insieme a Massimo Barilla, Mana Chuma ha infatti continuato ad esplorare l’universo poetico e simbolico dello scrittore e critico teatrale messinese (nato nel 1919 ad Alì Terme e scomparso nel 1992 a Roma) attraverso sperimentazioni sempre più profonde e originali come testimoniano i più recenti lavori, dal visionario I giorni della fera, che sfrutta tecnologie immersive per raccontare alcuni dei quadri più intensi del romanzo, a Racconti da Camera, un delicato dialogo immaginario tra D’Arrigo e Vincenzo Consolo.
«Con Tre piccole ombre», proseguono ancora i due registi, «questa lunga e feconda relazione trova una nuova ulteriore dimensione. Trasformando la prosa in una tessitura poetica e performativa, rendiamo omaggio a quella notte di addio che ha nutrito l’immaginario di D’Arrigo, germinando un’opera-mondo senza tempo. Un omaggio intimo e simbolico, che rivela le radici profonde e l’orizzonte poetico da cui è scaturita l’epopea di Horcynus Orca».

Attraverso venticinque anni di attività e numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, Mana Chuma, socio di ITI Italia, ha fatto della memoria, della sperimentazione e della valorizzazione culturale i punti cardine della propria missione artistica.
Diretta da Massimo Barilla e Salvatore Arena, la compagnia calabrese continua ad esplorare le possibilità offerte dall’incontro tra letteratura, teatro e innovazione, riscoprendo nel mito dello Stretto di Messina e nelle parole di Stefano D’Arrigo una linfa inesauribile per raccontare e reinterpretare l’identità culturale e storica del Mediterraneo.

Meridione e Mediterraneo sono infatti due tra le chiavi di accesso per comprendere l’universo di Mana Chuma Teatro che, fin dagli esordi, ha scelto di confrontarsi soprattutto con l’identità culturale e storica del territorio meridionale, provando a far convergere il recupero di storie, figure, moduli e stili attinti dalla tradizione culturale locale e mediterranea, con l’utilizzo di forme artistiche innovative, sviluppando un proprio approccio alla drammaturgia legato alla contaminazione tra linguaggi differenti, e curando in particolar modo la ricerca sullo spazio e la sperimentazione di luoghi “altri” per il teatro. (https://manachumateatro.it/chi-siamo/).